Ci sono primavere che non profumano di fiori.
Ci sono mattine in cui il risveglio non è dolce, ma strozzato da un naso chiuso, occhi che bruciano e starnuti che sembrano piccoli boati interiori.
Se anche tu, ogni anno, ti prepari all’arrivo della bella stagione con una farmacia sul comodino e una certa rassegnazione nel cuore…
Fermati un momento.
Forse il tuo corpo sta cercando di raccontarti qualcosa.

Non è solo allergia. È una soglia.

La medicina moderna parla di sistema immunitario iperattivo, istamina, polline.
Ed è tutto vero.

Ma se guardiamo con altri occhi — quelli della saggezza antica, della visione olistica — allora possiamo leggere l’allergia come una soglia.
Una porta tra dentro e fuori, tra ciò che accogli e ciò che invece il tuo corpo rifiuta, magari da troppo tempo.

Hai mai pensato che il tuo respiro può ribellarsi, quando non respiri più davvero?
Che la tua pelle può reagire, quando il tuo confine non viene rispettato?

Marina ha 42 anni, due figli e un lavoro che ama… a metà.
Ogni primavera, da anni, l’allergia la travolge: naso che cola, occhi gonfi, gola irritata.
Ma il momento in cui i sintomi esplodono, coincide sempre con lo stesso periodo: la riunione aziendale dove sa già che dovrà “ingoiare” decisioni imposte, rinunciare a un progetto che sentiva suo, stringere i denti.
E poi, via col cortisone.

Quando ha iniziato a raccontarsi davvero, Marina ha detto:

“È come se il mio corpo dicesse no, quando io non riesco a farlo.”

Quante volte anche tu ti sei adattata, hai fatto buon viso a cattivo gioco, mentre dentro ribollivi o ti spegnevi?
Quante volte hai trattenuto emozioni, silenzi, sogni, per poi ritrovarti con il fiato corto, come se qualcosa ti mancasse?

Il linguaggio simbolico del corpo: cosa ci dice l’allergia?

Nel linguaggio della medicina psicosomatica e delle tradizioni antiche, l’allergia è una reazione di rifiuto.
Ma non solo verso sostanze esterne.

• Potrebbe essere il riflesso di un rifiuto interiore: di una situazione, di un ruolo, di una parte di te che non riesce più a stare al suo posto.
• Potrebbe esprimere il bisogno di proteggere i tuoi confini, di riconoscere ciò che ti fa male anche se è invisibile.
• E potrebbe essere il segnale che è tempo di lasciare andare ciò che non ti appartiene più — anche se, come il polline, fluttua ancora nell’aria attorno a te.

E se invece… fosse un invito a respirare nuovo?

Immagina per un attimo che i tuoi starnuti siano una preghiera, anche un po’ arrabbiata.
Un messaggio del tuo corpo che dice:

“Liberami da ciò che mi opprime.”
“Fammi spazio.”
“Fammi fiorire.”

Cosa accadrebbe se, proprio adesso, ti fermassi ad ascoltare il tuo respiro?
Se ti chiedessi: “Cosa sto trattenendo?”
“Cosa rifiuto, ma non ho ancora il coraggio di allontanare?”
“Cosa vorrei davvero accogliere nella mia vita?”

Uno sguardo integrato: non solo antistaminici

Non c’è nulla di male nell’affidarsi a un farmaco se serve.
Ma esistono anche approcci naturali, rispettosi e potenti, che accompagnano il corpo e l’anima nel cambiamento.

• La naturopatia, ad esempio, lavora per rinforzare il terreno individuale, depurare il fegato, riequilibrare il sistema nervoso.
• La medicina cinese legge l’allergia come un disequilibrio tra elementi (soprattutto Fegato e Polmone) e propone trattamenti mirati.
• La fitoterapia mediterranea consiglia piante come il ribes nero, la perilla, la rosa canina, per sostenere il sistema immunitario in modo naturale.Ma tutto inizia sempre da lì:
dal tuo ascolto profondo.

Inizia da una domanda…

Che cosa, oggi, potresti fare per respirare meglio?
Un gesto. Una pausa. Una scelta diversa.
Oppure… un piccolo rituale da riscoprire ogni mattina.

Qui ti accompagniamo passo dopo passo.
Perché non sei sola.
E ogni sintomo è anche un invito: a risvegliarti, a liberarti, a tornare a fiorire.

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